L'imperialismo delle grandi
multinazionali, delle mastodontiche corporations transnazionali, opera a livello mondiale
con i medesimi presupposti e con la stessa logica sottostanti all'idea dei campi di
concentramento di memoria nazifascista: massimizzazione dello sfruttamento della natura,
mercificazione dell'essere umano in ogni sua rappresentazione, profitto costi quel che
costi.
UNA HIROSHIMA AL MESE
Nei paesi poveri del Terzo Mondo muoiono ogni anno, perché non allattati al seno materno,
un milione e mezzo di bambini il che equivale a più di 4000 vittime ogni giorno. Tutto
ciò a causa di un veleno al di sopra di ogni sospetto: il latte in polvere.
James Grant, direttore esecutivo dell'UNICEF, ha usato, a questo proposito, una metafora
forte: "Il numero di vittime causato dall'uso improprio del latte in polvere ogni
mese è equivalente a quello causato dall'esplosione della bomba di Hiroshima nel
1945".
IL BIBERON ASSASSINO
La Nestlè, la multinazionale svizzera, è una delle più potenti al mondo nel campo
agroalimentare e controlla circa la metà del mercato globale del cibo per bambini
compreso il latte in polvere. Questo colosso economico, adottando una delle tattiche di
marketing più redditizie, fornisce gratuitamente il latte, o altri sostituti, ai reparti
di maternità degli ospedali promuovendolo con informazioni tendenziose e
pseudoscientifiche, persuadendo così il personale medico e imbonendo alle volte gli
stessi governi. Le madri, alle quali viene fornita spesso una confezione campione,
allattano quindi artificialmente i neonati con il biberon e ciò fa si che l'allattamento
al seno (ritenuto un fondamentale fattore immunizzante naturale) diventi impraticabile e
che, di conseguenza, si crei dipendenza ai surrogati del latte. Una volta a casa le madri
non ricevono più gratuitamente il latte ma se lo devono comperare. Una confezione è
estremamente costosa; in Nigeria, ad esempio, l'alimentazione artificiale di un bambino di
tre mesi costa il 40% del salario medio di un operaio. Quindi le madri povere spesso
annacquano, oltre il limite prescritto, il latte in polvere per farlo durare più a lungo
e questo comporta sovente rachitismo e malnutrizione. Inoltre, in condizioni di povertà,
oltre alla cronica impossibilità di osservanza delle più elementari norme igieniche, il
latte è diluito con acqua molto spesso insalubre e questo provoca diarrea, infezioni e
frequentemente anche la morte. Il risultato di questa politica criminale da parte della
Nestlè è una vera e propria strage di innocenti. Nel mondo muore un bambino ogni
30 secondi a causa del biberon assassino.
DAVIDE CONTRO GOLIA?
Possono le ragioni dei "piccoli" costringere i "grandi" a piegarsi? La
lotta contro le grandi multinazionali potrebbe apparire come la sfida di Davide contro
Golia ma, in realtà, le campagne di boicottaggio suscitano preoccupazione nelle grandi
aziende che sono attentissime a non perdere quote, anche minime, di mercato. Alcune
associazioni riunite nella RIBN (rete italiana boicottaggio Nestlè) sono da tempo
impegnate in questa difficile campagna contro la Nestlè, tra l'altro sostenuta anche
dall'O.M.S. e dall'UNICEF; non è quindi una sfida impossibile.
I prodotti commercializzati da società controllate dalla Nestlè sono: Nescafè,
Nesquick, Orzoro; le acque minerali Vera, S. Bernardo, S.
Antonio, S. Pellegrino e Perrier; le bevande dal marchio NesTea e
Spumador; molti prodotti dolciari quali Smarties, Kit Kat, Galak, Lion,
After Eight, Quality Street, Toffee, Polo e Perugina; i gelati Alemagna,
Motta e Antica Gelateria del Corso; i salumi Vismara e King's;
l'olio Sasso; le conserve Berni; i formaggi Locatelli;
la pasta Buitoni e Pezzullo; il riso Curtiriso; i dadi Maggi;
i surgelati Surgela, Mare Fresco e La Valle degli Orti; i cibi per
animali Friskies e Buffet; i cosmetici L'Oreal e
ovviamente il latte in polvere per neonati Nidina.
Articolo liberamente tratto da: "Perché boicottare
Nescafè e Nesquik" in Fogli di collegamento della L.O.C. n° 104 del maggio
1994 e da "Sotto accusa Chicco e Nestlè" in Guerre & Pace n° 42
del settembre 1997. |