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IMPEDIAMO L'EMBARGO «DI SINISTRA»
CONTRO CUBA

All'embargo economico che per più di quarant'anni gli Usa hanno imposto a Cuba, si è aggiunto in questi giorni l'embargo «di sinistra». Altro non si può dire della decisione di sospendere accordi economici, piani di cooperazione e gemellaggi presa da numerosi amministratori regionali, sindaci e altre rappresentanze di enti locali. La motivazione addotta è la stessa degli Usa: poiché tali amministratori non condividono le ultime decisioni del governo cubano (sono critici, cioé, della sua politica) essi sospendono le iniziative di collaborazione economica in corso e si preparano fin d'ora ad approvare le analoghe iniziative che sembra verranno prese al livello della UE. Il tutto, ovviamente, senza nessuna consultazione previa dei rispettivi elettori.

E' una decisione grave. Nella sostanza è un ricatto politico, che avrà conseguenze peggiorative sulle condizioni di vita del popolo cubano, rendendo ancora più difficile la sua lotta di resistenza contro l'aggressione imperialistica.

Il pretesto è fornito dalla decisione cubana 1) di bloccare un progetto CIA di ben 29 dirottamenti, giustiziando tre dirottatori con gravi precedenti penali (che armi alla mano e minacciando la vita di civili innocenti, tra i quali 4 turiste straniere, avevano cercato di dirottare un battello) e 2) di distruggere per via giudiziaria la rete di «dissidenti mercenari» che l'incaricato d'affari per gli Usa - Cason - stava costruendo a suon di dollari, seguendo le istruzioni di Bush e soprattutto del fratello di Bush, noto esponente della mafia anticastrista di Miami.

Sulla pena di morte e sul diritto all'autodifesa armata, ognuno è libero di pensarla come vuole (e come glielo consentono l'etica personale, l'orientamento politico e le informazioni di cui dispone). E questa libertà vale anche per quegli esponenti della sinistra che hanno avuto il coraggio di mettere tali elementari misure di autodifesa del governo cubano sullo stesso piano della pluridecennale aggressione degli Usa (cui si aggiungono 5 dirottamenti tra aerei e battelli in poche settimane, impunità ai dirottatori, condanne all'ergastolo o poco meno per i 5 cubani processati illegalmente a Miami e più volte rinchiusi nei «buchi» di isolamento, dichiarazioni su prossime invasioni di Cuba ecc.). Ma deve esser chiaro che applicare delle sanzioni economiche a chi persegue una concreta linea di difesa del proprio paese - giusta o sbagliata che sia - costituisce una violazione dei princìpi stessi della libertà di pensiero. E', per l'appunto, una forma di embargo.

A chi si scandalizza per il modo in cui il governo cubano decide, volta a volta e autonomamente, quale sia il modo migliore di difendere l'indipendenza di Cuba per contrastare la lotta sporca e senza quartiere che gli Usa conducono da decenni; a chi considera troppo severe o ingiuste le misure che sono state prese (benché rivolte ad impedire - parole di Fidel Castro - che tali atti si ripetano provocando vittime tra la popolazione), va ricordato che nella stessa isola di Cuba, a Guantánamo (occupata illegalmente dagli Usa) vengono sistematicamente violate tutte le leggi accumulate dalla civiltà occidentale in difesa dell'individuo umano: dall'habeas corpus fino alla convenzione di Ginevra. A quei prigionieri di guerra non si applica nessuna legislazione (grazie al meccanismo della extraterritorialità), mentre li si sottopone ad ogni genere di tortura psicologica, arrivando a negare loro il diritto a svolgere le pratiche religiose e tenendo detenuti addirittura dei minorenni.

Domanda: gli amministratori di sinistra che applicheranno le sanzioni economiche a Cuba, perché contrari alle sue disperate misure di autodifesa, faranno lo stesso con il governo nordamericano, responsabile di orrendi crimini contro l'umanità a Guantánamo, in Iraq, in Afghanistan, nei ghetti neri degli Usa ecc.? Lo faranno anche per impedire il genocidio dei Palestinesi da parte del governo di Israele? Lo hanno fatto con quel governo di centrosinistra (D'Alema) che bombardò ponti, scuole, fabbriche e popolazione civile a Belgrado?

Per nostra fortuna, nell'interesse degli sfruttati e diseredati di tutto il mondo, il popolo cubano ha dimostrato in decenni di sacrificio di non aver bisogno dell'elemosina di nessuno e di saper resistere ai ricatti degli Usa: figuriamoci ai ricatti di un embargo economico «di sinistra»!

Ma se è vero che la libertà del popolo cubano non é in vendita, è anche vero che dopo le stragi in Iraq, la minaccia militare nordamericana si è fatta più concreta. E questo è il nodo centrale.

Dobbiamo organizzare iniziative di solidarietà con Cuba, preparandoci politicamente ad una possibile escalation dell'aggressione Usa.

 

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last update: 11 febbraio 2004